Cos'è l'Arte


L'arte nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana – svolta singolarmente o collettivamente – che porta a forme di creatività e di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate o acquisite e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza. Pertanto l'arte è un linguaggio, ossia la capacità di trasmettere emozioni e messaggi. Tuttavia non esiste un unico linguaggio artistico e neppure un unico codice inequivocabile di interpretazione, addirittura non esiste neppure un termine equivalente ad "arte" nella maggior parte delle lingue parlate. Nel suo significato più sublime l'arte è l'espressione estetica dell'interiorità e dell'animo umano. Rispecchia le opinioni, i sentimenti e i pensieri dell'artista nell'ambito sociale, morale, culturale, etico o religioso del suo periodo storico. Alcuni filosofi e studiosi di semantica, invece, sostengono che esista un linguaggio oggettivo che, a prescindere dalle epoche e dagli stili, dovrebbe essere codificato per poter essere compreso da tutti, tuttavia gli sforzi per dimostrare questa affermazione sono stati infruttuosi.

George Seurat, Una domenica pomeriggio all’isola della Grande Jatte, 1886. Olio su tela, 2,08 m x 3,08 m.Art Institute, Chicago.

La storia dell'arte nel corso dei secoli


Per capire meglio come si divide e organizza la storia dell’arte si può far riferimento alle varie correnti, o almeno alle più note, elencandole in ordine cronologico, questo ci aiuta a contestualizzare le varie opere in modo piuttosto efficace e a capire cosa viene prima e cosa dopo, aspetto non sempre scontato. Oggi viviamo in un mondo sempre più globalizzato, ma in passato non era così, quindi nello stesso periodo, a diverse latitudini si potevano avere esperienze artistiche molto diverse tra loro e che in alcuni casi non entravano in contatto in nessun modo.

Divisione della storia dell'arte

Una fondamentale e prima divisione di massima, viene fatta convenzionalmente tra arte antica, arte moderna e arte contemporanea.

- Arte preistorica
Precedente alla scrittura


In genere si fa coincidere l’inizio della storia con la nascita della scrittura. Prima della nascita della scrittura si parla di preistoria, ma già nella preistoria, prima che l’uomo iniziasse a leggere e scrivere, ci sono testimonianze che possiamo definire artistiche e infatti si parla di arte preistorica.

Gli uomini preistorici hanno spesso rappresentato il loro mondo e forse il loro credo attraverso immagini visive. L'arte emerse con la comparsa e la dispersione di persone attraverso l'Africa, Europa, Asia, Oceania e nelle Americhe. Dipinti, sculture, incisioni, e, più tardi, ceramiche, rivelano non solo una ricerca della bellezza, ma anche sistemi sociali complessi e concetti spirituali. Il loro stile di vita dipendeva dalla caccia e dalla ricerca di cibo o, più tardi, dalla pastorizia e agricoltura di sussistenza. E' possibile che altri popoli in precedenza abbiano saputo decorare i loro corpi e vestiti o incidere forme di alberi o paesaggi, ma, se anche lo facevano, la prova della loro arte non è sopravvissuta. Le più antiche forme d'arte riconoscibili risalgono ad almeno 38.000 anni a.C. e furono trovate in Europa, Africa e Australia.

- Arte antica
Nascita scrittura, 1492

Pesatura dell'anima, psicostasia. Dal Libro dei morti, capitolo 125. Antichi egizi.

Le prime forme d’arte nelle culture più antiche hanno origine per esigenze di tipo religioso o magico. Nella Mesopotamia uno dei primi monumenti rappresentativi dell'arte antica sono le Ziqqurat, lo stesso accade in Egitto, dove l'arte è fortemente legata al culto dei morti, dove sorgono le monumentali Piramidi. Le primordiali forme di spiritualità, nate dal bisogno umano di affrontare la morte e l'esistenza, si trasformano in uno strumento per giustificare il potere divino dell'autorità (es. faraone) e per il controllo sociale dell'ormai vasta popolazione urbana. L'arte monumentale si presenta come un mezzo per dimostrare la grandezza e la potenza di una città o di uno stato nei confronti del resto del mondo antico. Il ruolo dell'arte si amplia ulteriormente nel corso della storia greca quando alla funzione religiosa e alla funzione pubblica si aggiunge l'esigenza di ricercare o rispettare un canone di bellezza ideale. Il modo di vedere l'arte cambia ulteriormente nella storia romana in cui, seppure fortemente influenzata dall'arta greca e successivamente da quella orientale, l'arte romana ha inizialmente funzioni di tipo militare, politiche ed economiche con lo scopo di esaltare la “romanità”, meno attenta alla forma ed all’eleganza rispetto all’arte ellenica.

- Arte moderna
1492, 1789/1815

Michelangelo, Creazione di Adamo, 1511 circa, affresco, 280 x 570 cm. Città del Vaticano, Musei Vaticani, Cappella Sistina.

L’arte moderna affonda le sue radici nel Quattrocento e in particolare è importante l’anno 1401, nel quale venne scoperta la prospettiva. Si tratta di un elemento rivoluzionario, destinato a segnare come pochi altri il rinascimento e l’intera storia dell’arte.

Arte del '400


Oltre ad una costruzione spazialmente più verosimile, dal ’400 in poi e ancor più nel ‘500 le opere d’arte saranno letteralmente travolte dall’emotività dei soggetti in esse ritratti. Gli artisti più significativi di questo periodo sono soprattutto italiani: Michelangelo, Raffaello, Leonardo Da Vinci, Brunelleschi e Lorenzo Lotto. In questo particolare momento storico, ogni tipologia di arte trova il suo posto e dialoga ad altissimo livello con le altre, nel Rinascimento di produrrà molto del meglio che è mai stato visto da architettura, pittura, scultura, incisione, ecc.

Arte del '500


Nell’arte del Cinquecento si evidenziano due tendenze fondamentali: quella che vede il prevalere del disegno, alla cui perfezione mirano soprattutto gli artisti romani e toscani, e quella basata sul colore tonale, che raggiunge livelli espressivi eccezionali nell’area veneta. Il disegno è considerato la manifestazione creativa per eccellenza, la fase del lavoro in cui si rivela maggiormente il formarsi dell’idea e del progetto nella mente dell’artista. Grande importanza è data ad esso nelle Accademie, dove si studiano anche sui trattati le teorie e le tecniche dell’arte. Fautrice delle Accademie è la Chiesa che, con la Controriforma, vuole abolire ogni personale interpretazione dei testi sacri. La Chiesa vede nella formazione di scuole, sulla cui attività d’insegnamento esercita un severo controllo, la garanzia del rispetto della propria autorità.

Arte del '600


Il Seicento è il "secolo del confronto" tra la civiltà dell'Umanesimo e la nuova mentalità scientifica che si viene definendo e che porterà conseguenze fondamentali fino alla cultura attuale. Le arti figurative sono state pienamente coinvolte in questo profondo cambiamento che finì col configurare il XVII secolo come il "secolo della scienza moderna". Nell'arte del Seicento si manifestarono stili diversi e contemporanei, in cui si possono individuare tre grandi filoni principali: il Naturalismo, il Classicismo e il Barocco. La straordinaria ricchezza dell'arte del Seicento si espresse attraverso la coesistenza di questi grandi filoni artistici contemporanei, ramificati al loro interno in numerose correnti e linee espressive anche individuali, piene di invenzioni, scambi reciproci e conseguenze importanti.

Arte del '700


L’ Arte del Settecento è caratterizzata dal passaggio dal Barocco e Rococò al Neoclassicismo. Si tratta di un secolo di rivoluzioni, da quella americana a quella francese a quella industriale, ma è anche un secolo dell’illuminismo e delle grandi scoperte archeologiche, come quella delle città perdute di Ercolano e Pompei. In un clima, dunque, di grandi cambiamenti l’ arte del Settecento sviluppa nuove idee e nascono grandi capolavori. Ai primi del Settecento predomina ancora un gusto barocco, che privilegia l’aspetto scenografico e il desiderio di stupire lo spettatore. Questa tendenza continua a lungo, copiando se stessa, sviluppandosi in quella corrente chiamata Rococò, ma contemporaneamente inizia a svilupparsi uno stile che si ispira all’arte greca e romana e che vede la luce alla metà del Settecento: il Neoclassicismo.

Arte dell'800


Durante il XIX secolo in Europa hanno luogo diverse e importanti trasformazioni che cambieranno radicalmente molti aspetti culturali e porteranno in ambito artistico al progressivo abbandono dei canoni accademici, dando vita ad alcune delle migliore opere artistiche, oggi facenti parte della collezione di quadri antichi. In alcuni paesi Europei si sviluppano nuovi sentimenti di libertà e uguaglianza, nel nome dei quali nascono forti contrasti e sanguinosi scontri. Nel mentre, il rapido sviluppo industriale porta fermento e tensioni che si traducono in vere e proprie lotte sociali; d’altra parte, l’innovazione scientifica mette in campo nuove straordinarie invenzioni destinate a rivoluzionare svariati campi, lavorativi e sociali. La pittura viene indirettamente ma radicalmente trasformata da tutti questi processi; si assiste infatti nel corso dell’Ottocento a una vera e propria trasformazione del pensiero, sull’onda del fermento sociale, industriale e scientifico. Tra le più importanti correnti artistiche che trasformarono profondamente l’arte dell’Ottocento e la pittura vi sono: il Romanticismo, il Realismo, l’Impressionismo, il Post-Impressionismo, il Simbolismo e il Divisionismo.

Arte del '900


La storia del XX secolo e gli sconvolgimenti portati dalle nuove tecnologie hanno rinnovato non soltanto le forme artistiche, ma addirittura il modo di concepire l’arte, che rappresenta idee dibattute dalla società e dalla cultura della nostra epoca. Tipica anzitutto è la nascita di moltissimi movimenti, le cui idee a volte sono annunciate da un Manifesto. I gruppi, che possono avere vita breve o lunga, sono spesso in violenta contrapposizione tra loro. Molte volte gli artisti fanno parte successivamente di diversi gruppi, i quali non hanno più un centro geografico definito ma si estendono rapidamente a tutto il mondo industrializzato. L’arte può esprimere idee politiche, sociali, scientifiche, oppure ribellioni o atteggiamenti personali, ma può affidarsi al gioco , a ciò che è gratuito o infantile, e ispirarsi a qualsiasi espressione artistica del passato, a partire dalla preistoria. Si sviluppa nello stesso tempo con caratteristiche proprie e originali una nuova forma figurativa artistica, il cartellone pubblicitario, per l’esigenza del mercato di far conoscere i suoi prodotti e convincere il consumatore ad acquistarli. Tra le Avanguardie artistiche del 1900 troviamo: Espressionismo, Cubismo, Futurismo, Astrattismo e Surrealismo.

Correnti artistiche a confronto: l'Angelus

Realizzato tra il 1858 e il '59 L'Angelus è il capolavoro più noto di Millet, non solo per l'interesse suscitato tra i collezionisti ma anche perchè ha rappresentato un importante modello iconografico dell'arte moderna. Durante il suo soggiorno a Bruxelles, nel 1880, Van Gogh ne trasse uno studio a matita, gessetto e acquarello, ora conservato a Otterlo. Salvator Dalì si riferì spesso al dipinto di Millet per trarne una serie di versioni surrealiste.


Il titolo del quadro è riferito ad una preghiera che interrompeva il lavoro e veniva recitata al mattino, a metà giornata e alla sera. Non solo per la scelta del tema ma anche per le caratteristiche pittoriche questo dipinto, all'interno della sua produzione, è quello che manifesta in maniera più forte la sua visione profondamente religiosa della vita. Il senso di immobilità , la sintesi delle forme, la visione dal basso e i bagliori dorati del tramonto che stanno per essere inghiottiti dalle ombre della sera sono tutti elementi espressivi che concorrono a costruire la solennità e il clima spirituale della scena. I due contadini hanno un aspetto statuario, monumentale. Le forme sono convesse, semplificate e geometriche, pienamente sviluppate nei loro volumi, costruite con un disegno deciso ed essenziale. Gli atteggiamenti sono raccolti e composti, le espressioni sono concentrate. L'essenzialità e l'equilibrio della composizione, il bilanciamento dei colori e delle zone luminose con quelle scure rinviano ad una armonia superiore che sembra governare natura e uomini, secondo un principio di ordine universale.

Commissionata dal magnate americano Thomas G. Appleton, L'Angelus attinge da uno spunto ispiratore decisamente autobiografico. All'origine del dipinto, infatti, non vi è un lavoro en plein air, bensì un ricordo di Millet della sua infanzia in Normandia:

«L'Angelus è un quadro che ho dipinto ricordando i tempi in cui lavoravamo nei campi e mia nonna, ogni volta che sentiva il rintocco della campana, ci faceva smettere per recitare l'angelus in memoria dei poveri defunti»
(Jean-François Millet, 1865)


Nel 1910 L'Angelus entrò a far parte delle collezioni del museo del Louvre, che già tentò di acquistarlo nel 1889; dopo esser stato sfregiato da un folle nel 1932, nel 1986 il dipinto è stato trasferito nel museo d'Orsay, dov'è tuttora esposto.

Opere a confronto

Jean-François Millet 1857/1859, Museo d'Orsay, Parigi
Van Gogh 1880, Museo Kröller-Müller, Otterlo
Salvador Dalì 1933/1935,
The Salvador Dali Museum, St. Petersburg

Interesse dei due artisti per l'opera di Millet:

Van Gogh

Van Gogh, approdato a Parigi nel 1875, scopre Millet alla mostra di pastelli allestita per la vendita dell'intero studio alla sua morte. Poi la biografia stilata dall'amico Alfred Sensier nell'82, che racconta l'uomo semplice, legato alla campagna, turbato da industrializzazione e ritmi moderni in agguato, maltrattato dagli uomini e dalla vita. Insomma un modello per l'arte e per l'esistenza. In realtà Millet era un po' diverso, ma Van Gogh lo prese a modello, così come parte dei giovani artisti negli Anni '80.

Nel 1880, Van Gogh, dedicandosi al tema della vita in campagna, realizza questa copia dal celebre dipinto di Millet e ne parla anche nella sua corrispondenza con il fratello. Il disegno, realizzato a matita, acquerello, gessetto, appartiene ad una fase ancora formativa dell'artista olandese, nella quale si dedica a questi studi, ricavati da foto. Ma è significativo che l'impegno di Van Gogh non si concentra tanto sul lavoro di "copia", quanto su quello di una reinterpretazione personale. Rispetto all'originale di Millet, il disegno di Van Gogh è caratterizzato da una maggiore carica espressiva che rivela fin da questi esordi, il suo temperamento. I lineamenti più marcati e incisivi delle figure vivacizzano il soggetto. La natura di Van Gogh emerge nel tratto energico, la linea di contorno mossa rende i personaggi più scabri, il tratteggo a zig-zag e a incrocio sul campo ha già qualcosa di vivo e rende con forza i volumi e il gioco di ombre e luci.


Salvador Dalì

Salvador Dalí in questo dipinto reinterpretò il celebre quadro di Jean-François Millet conosciuto come l’Angelus. Il maestro del Surrealismo trasformò le figure dei due contadini in sagome di pietra che assumono l’aspetto di due torri che svettano nella pianura. La luna di Ampurdan illumina in controluce le forme e crea un’atmosfera surreale e dal carattere preistorico. Due sagome di pietra di forma umana svettano all’interno di un paesaggio che raffigura una pianura deserta illuminata dalla luna. Sul terreno, proprio al centro delle due lunghe ombre, un uomo indica in alto tenendo la mano di un bambino.

Lo stesso Dalí, nel testo che descrive l’opera di Millet, paragonò i contadini dipinti dal maestro realista a dei menhir, da lui visti in alcune zone della Catalogna. L’interpretazione di Dalí deriva quindi dai suoi ricordi e dall’associazione prodotta dalla sua mente tra i protagonisti dell’opera di Millet e i ricordi personali.

Spiegazione dell'ossessione di Dalì per quest'opera

Salvador Dalì era ossessionato dall'Angelus di Millet. Il dipinto raffigura un uomo e una donna che pregano in un campo, di fronte ad una cesta. Niente di straordinario, ma Salvador Dalì, da quando ne ha una visione nel 1932, lo considera "l'opera pittorica più inquietante, più enigmatica, più densa, più ricca di pensieri inconsci che sia mai esistita". Nel 1938 scrive Il mito tragico dell'Angelus di Millet, un libro in cui spiega la sua teoria: Millet ha cambiato idea in corso d'opera. All'inizio il quadro avrebbe dovuto rappresentare la sepoltura di una piccola bara, con il figlio dei due contadini. Poi Millet, per un inspiegabile ripensamento, avrebbe coperto la bara con la raffigurazione di una cesta. Dalì ne è certo e nel 1963 convince il Louvre a fare una radiografia al quadro. I raggi X rivelano la presenza di un parallelepipedo sotto la cesta: per Dalì è la prova della veridicità della sua teoria. Secondo alcuni critici, invece, è solo un disegno preparatorio. Eppure Dalì non può avere torto e non si può mettere in dubbio la bontà del metodo paranoico-critico. Le allucinazioni deliranti e paranoiche, se razionalizzate, ci raccontano la verità.

Il mito tragico dell'Angelus di Millet

Il mito tragico dell'Angelus di Millet è un'opera di Salvador Dalí, scritta in francese tra gli anni 1932 e 1935. Il libro è ritenuto l'opera più rappresentativa del metodo paranoico-critico elaborato da Dalì, che utilizza e reinterpreta il principio dell’“automatismo psichico” teorizzato da André Breton, padre del movimento surrealista, e le suggestioni della tesi sulla psicosi paranoica dello psicoanalista francese Jacques Lacan.